Ci ha lasciato oggi Luca Serianni, linguista e filologo di fama internazionale.
Nel rigore e nell’inarrivabile cultura facevano breccia un’ironia signorile e un’affabilità urbana oggi rare a trovarsi.
Lo ripeteva sempre: bisogna avere fiducia nei giovani e nella scuola.
La cultura è democrazia, è condivisione. Non bisogna elevare muri o trincee.
Il Liceo Nomentano l’aveva ospitato il 24 marzo scorso. In quell’occasione aveva parlato di alcuni dei suoi cavalli di battaglia: Dante, la lingua contemporanea, la didattica dell’italiano.
Lascerà un vuoto nel mondo della cultura e nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.
E un vuoto ancor più grande in chi è stato suo allievo.
Difficile dimenticare le sue lezioni, e non solo perché avevamo 30 anni di meno.
Ci sedevamo dove capitava, anche sulla pedana sotto la cattedra, dove scherzosamente gli dicevamo di raccogliere le briciole del sapere, da giovanissimi e inesperti lettori del Convivio quali eravamo.
Come dimenticare le sue temibili ma divertenti interrogazioni durante le lezioni? A pensarci ci nasconderemmo ancora sotto il banco. Peraltro sono state galeotte per più di una coppia nata grazie a un’intuizione felice del Professore che osservava con curiosità e rispetto i giovani che aveva davanti.
Forse questa è la lezione più importante che ci ha lasciato.
Leonardo Rossi – Silvia Vitucci
(docenti del Liceo Scientifico Nomentano)
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